La famiglia 'di Loreto' è di origine abruzzese,
ma ha intrattenuto rapporti economici con la Puglia fin dal 1655.
Infatti, Biase di Loreto svernava il suo gregge di pecore nella
'provincia di Capitanata', ossia l'attuale Foggia, che all'epoca era
una vastissima zona pascolativa.
I pascoli della Capitanata erano proprietà del Regno di Napoli, ma
venivano suddivisi in 'locazioni' che erano poi assegnate alle varie
famiglie di armentari abruzzesi. Quando nel 1880 il Regno di Napoli
promulgò la 'legge dell'affrancazione', offrendo in vendita agli
originali locatari abruzzesi, la famiglia di Loreto acquistò i vari
terreni usati da generazioni per lo svernamento dei loro greggi che
contavano circa 5.000 capi.
Purtroppo, quando nel settembre del 1943, durante la seconda guerra
mondiale, con le truppe alleate anglo-americane che risalivano al
nord dopo lo sbarco in Sicilia, i greggi della famiglia di Loreto
rimasero bloccate sui pascoli di alta montagna dell'Abruzzo dove
vennero decimate dal freddo e dai lupi. Quando l'Abruzzo fu liberato
dall'occupazione tedesca nel giugno del 1944, del gregge della
famiglia di Loreto furono ritrovate solamente 35 pecore vive!!!
Negli anni successivi i terreni pascolativi, che non erano più
necessari per un gregge così misero furono messi a coltura,
piantando principalmente grano, orzo, avena e cotone, mentre una
parte venne espropriata con l'applicazione della legge sulla
'Riforma Fondiaria'.
La famiglia di Loreto ripristinò, mantenendoli fino agli anni 1990,
allevamenti ovini e bovini, anche se in misura ridotta rispetto al
passato.
Biagio di Loreto, padre dell'attuale conduttore, nei primi anni '50
impiantò circa 30 ettari di oliveti specializzati di cultivar 'coratina'
in due delle aziende di famiglia, piantando così i semi dell'attuale
attività oleari.
All'inizio la produzione delle olive era venduta 'a blocco' sulla
pianta. Nei primi anni '80 Stefano di Loreto ha assunto la gestione
dei due oliveti ed ha iniziato a trasformare le olive in olio,
conferendolo poi ad una locale cooperativa. Nel 1996 ha poi deciso
di convertire in biologico la coltivazione dell'olivo.
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